sabato 6 giugno 2020

Anello dei Gorrei da Piancastagna (AL)

Lunghezza 12 km c.a. 
Tempo impiegato 4 ore escluso le soste 
Dislivello m. 550 c.a.
Segnavia CAI Sentiero n.533


Cascina Tiole






Abasse, Valle Verde


Rifugio Gorello


Rifugio dei Viazzi


Cascina Viazzi



Piancastagna

Sacrario di Piancastagna




Sentiero n.533

All'inizio delle case della frazione di Piancastagna sorge il Sacrario che ricorda i combattimenti sostenuti durante il rastrellamento del 7-10 ottobre 1944, l'uccisione di civili e l'incendio di località, la collaborazione tra partigiani, contadini, operai, clero, ufficiali dell'esercito, donne, militari stranieri passati alla resistenza. Dopo la distruzione di Bandita e la dispersione dei partigiani della divisione GL i tedeschi, rinforzati da reparti della Brigata nera e della San Marco, sferrarono un attacco concentrico lungo quattro direzioni: da Ovada verso Molare, San Luca e Olbicella (da nord),da Acqui verso Visone, Grognardo e Morbelio (in direzione sud-est), dal Sassello verso Croce del Grino e Piancastagna (in direzione nord-est) e ancora da Acqui verso Ponzone, Cimaferle e Piancastagna (direzione sud). Le formazioni partigiane della Divisione ligure-alessandrina si attendevano l’attacco ma, per una decisione incomprensibile del comandante Vito Doria ”Carlo" siattestarono attorno ad Olbicella, sede del comando, con l’intenzione di sostenere una difesa statica (che era in netto contrasto con la tattica della guerriglia partigiana). La difesa ad ovest era affidata a un reparto di sessanta uomini (tra cui molti disertori della San Marco) comandato dal capitano degli alpini Domenico Lanza ”Mingo" (medaglia d'oro al valor militare): alle sette dei mattino del 10 ottobre le due colonne provenienti da Acqui e dal Sassello si incontrarono e marciarono verso Piancastagna, dove furono fermate dalle quattro mitragliatrici di Mingo disposte sulla cresta che domina la strada tra Abbasse e Piancastagna (il sentiero si diparte alle spalle del Sacrario). l partigiani resistettero sino a mezzogiorno poi, esaurite le munizioni, si sganciarono mentre Mingo restava a coprire la ritirata, e cadde colpito al volto e al petto mentre, a colpi di bombe a mano, tentava di fermare i camion nemici. Altri sette partigiani vennero uccisi nell'inseguimento: uno di essi, un tenente della San Marco che aveva disertato per unirsi ai partigiani, si uccise per non cadere prigioniero. Gli stessi tedeschi rispettarono il valore del capitano Lanza e ne fecero comporre la salma convenientemente.

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