Il Monte Alfeo: una breve ma intensa escursione alla conquista di uno dei “giganti” del nostro Appennino
Ritrovo ore 8:30 Piazza Pinan Cichero a Vignole Borbera (AL)
oppure ore 10:30 a Bertone (PC)
difficoltà: E
esposizione prevalente: Sud-Ovest
quota partenza (m): 1008
quota vetta/quota massima (m): 1651
dislivello salita totale (m): 643
Previsioni meteo
Località partenza: Bertone (Ottone , PC )
Possibilità di anello
Possibilità di anello
Accesso:
Dalla piazza di Gorreto si è scelto di proseguire lungo la stretta carrozzabile che conduce fino al nucleo di Bertone (1008 mt), poche suggestive case già rientranti nel territorio regionale emiliano (municipio di Ottone).
Dalla piazza di Gorreto si è scelto di proseguire lungo la stretta carrozzabile che conduce fino al nucleo di Bertone (1008 mt), poche suggestive case già rientranti nel territorio regionale emiliano (municipio di Ottone).
Note tecniche:
Il percorso è classificabile come una escursione E
Il Monte Alfeo, data la sua posizione lontana e scomoda dai grandi centri abitati, risulta meta poco frequentata. I percorsi per la sua ascensione, inoltre, sono esposti prevalentemente a sud e, per buona parte dell’anno, si possono rivelare calienti e fastidiosi (mosche…).
Nondimeno, specie durante la stagione fredda e con un certo innevamento, vale indubbiamente la pena salirne la vetta – mt. 1651 - che offrirà abbondanti silenzi e ampissime vedute, meteo permettendo, come nel caso della gita di seguito descritta.
Il percorso è classificabile come una escursione E
Il Monte Alfeo, data la sua posizione lontana e scomoda dai grandi centri abitati, risulta meta poco frequentata. I percorsi per la sua ascensione, inoltre, sono esposti prevalentemente a sud e, per buona parte dell’anno, si possono rivelare calienti e fastidiosi (mosche…).
Nondimeno, specie durante la stagione fredda e con un certo innevamento, vale indubbiamente la pena salirne la vetta – mt. 1651 - che offrirà abbondanti silenzi e ampissime vedute, meteo permettendo, come nel caso della gita di seguito descritta.
Descrizione itinerario:
Parcheggiata la vettura, superate le case poste a monte e varcato un dissuasore per animali, ci si inerpica in direzione est percorrendo una classica stradina interpoderale con muretti a secco; evidenti i segni gialli. Quindi si piega a sinistra e si traversa, con salita dolce e tratti in piano, il versante sud-occidentale dell’Alfeo, coperto da un bel bosco di faggi. Decisamente particolare la visuale che potrà presentarsi: a sud un mare scintillante (o cupo, a seconda…) su cui si staglia la costiera del M.Ramaceto; potrebbero emergere all’orizzonte la Corsica, Capraia e l’Elba. Di seguito e in senso antiorario il gruppo Aiona, Penna e, verso est, il Maggiorasca con i suoi tralicci. Tra questi monti un meteo fortunoso vi consentirebbe di scorgere alcune ripide pareti delle Apuane. Poi, in direzione nord-est, è assai improbabile che riusciate a distinguere qualche cresta fra Adamello, Brenta e Cevedale.
In mezzo ai faggi che copiosi ricoprono il versante nord dell’Alfeo fino alla sua cima si può osservare, posti a gradevole distanza dalle sue evidenti industrie, anche la città di Piacenza – nebbia assente. All’estremo nord le vette innevate di Alpi e Prealpi Centrali; indi, tra Lesima, Ebro, Antola, ecc. appaiono il Rosa e il Monviso, orientati a nord e ovest, poi le Marittime al completo ed infine, da un insolito punto di vista, spunta in basso la rivierasca catena spartiacque del Beigua.
Parcheggiata la vettura, superate le case poste a monte e varcato un dissuasore per animali, ci si inerpica in direzione est percorrendo una classica stradina interpoderale con muretti a secco; evidenti i segni gialli. Quindi si piega a sinistra e si traversa, con salita dolce e tratti in piano, il versante sud-occidentale dell’Alfeo, coperto da un bel bosco di faggi. Decisamente particolare la visuale che potrà presentarsi: a sud un mare scintillante (o cupo, a seconda…) su cui si staglia la costiera del M.Ramaceto; potrebbero emergere all’orizzonte la Corsica, Capraia e l’Elba. Di seguito e in senso antiorario il gruppo Aiona, Penna e, verso est, il Maggiorasca con i suoi tralicci. Tra questi monti un meteo fortunoso vi consentirebbe di scorgere alcune ripide pareti delle Apuane. Poi, in direzione nord-est, è assai improbabile che riusciate a distinguere qualche cresta fra Adamello, Brenta e Cevedale.
In mezzo ai faggi che copiosi ricoprono il versante nord dell’Alfeo fino alla sua cima si può osservare, posti a gradevole distanza dalle sue evidenti industrie, anche la città di Piacenza – nebbia assente. All’estremo nord le vette innevate di Alpi e Prealpi Centrali; indi, tra Lesima, Ebro, Antola, ecc. appaiono il Rosa e il Monviso, orientati a nord e ovest, poi le Marittime al completo ed infine, da un insolito punto di vista, spunta in basso la rivierasca catena spartiacque del Beigua.
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Percorso in macchina: Da Genova per SS45 della Valtrebbia fino a Gorreto, passando per Bargagli, galleria Scoffera e Torriglia. A gorreto si prende a sinistra per Barchi, Suzzi e Bertone. Arrivati a Bertone si parcheggia al termine della strada asfaltata; in tutto circa 65 km che si possono percorrere in un tempo tra un’ora e un’ora e mezza.
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Percorso a piedi: Dal parcheggio si attraversa il paese in salita passando per la chiesa prima e una fontana poi fino ad incontrare il segnavia 2 triangoli gialli; lo si imbocca in salita verso sinistra e dopo pochi metri si incontra un bivio dove si prende a destra (segnavia 3 pallini gialli e 111 biancorosso), mentre a sinistra continuano i 2 triangoli gialli per il Monte Carmo.
Dopo oltre 500 metri si incontra un secondo bivio, dove si continua a sinistra sul 111, lasciando a destra il 115A per Campi. Dopo poco meno di 300 metri i 3 pallini gialli svoltano a destra, ma il sentiero si perde dopo poco e, comunque, ritorna, poco più avanti a congiungersi col 111; conviene quindi proseguire dritti a sinistra. Dopo altri 400 metri (a quota 1400 circa) si trova il bivio tra il 111 e il 111A, entrambi portano all’Alfeo e consentono di fare un anello di vetta. Prendiamo quindi a destra sul 111, che arriva più direttamente in vetta, e dopo 600 metri circa, ormai giunti sul crinale si trova un bivio: a destra il 115 per Campi e a destra il 111 per la cima dell’Alfeo. Si continua quindi sul 111 e, in breve, si giunge sulla vetta. Dalla vetta il 111 continua in direzione ovest e dopo 800 metri di discesa sul crinale giunge a una selletta dove si incrociano vari sentieri. Si prende a sinistra il 111A, lasciando a destra il 117 per Tartago e dritto verso ovest il 119 per il Carmo. Seguendo il 111A, in breve, si torna sul sentiero dell’andata in corrispondenza del bivio a quota 1400. |
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La catena montuosa che segna lo spartiacque tra Scrivia, ad ovest, e Trebbia, ad est, si allunga con ondulate dorsali rivestite di prati e di boschi, interrotte da diverse cime che superano i 1600 metri di altitudine: tra queste spicca per la sua bellezza e imponenza il monte Alfeo, maestosa montagna del gruppo del monte Antola, che si eleva isolata tra le valli Trebbia, ad est, Boreca a nord e ovest, e Borbera a sud. Il versante nord-occidentale è ripido e fittamente boscato fino alla cima, e ospita alcune tra le più suggestive borgate dell’appennino piacentino: Tartago, Belnome, Pizzonero e Suzzi. Il fianco meridionale del monte, invece, è coperto dai faggi fino alla quota di circa 1500 metri, mentre la sommità, a forma di cupola, è occupata da un’ampia prateria. La vetta del monte, esposta ai venti carichi di umidità provenienti dal vicino mar Ligure, è spesso incorniciata dalle nuvole; vista da nord assume un aspetto cupo e minaccioso, tale da incutere un senso di timore e di rispetto, ed è stata probabilmente oggetto di culto da parte delle popolazioni liguri che abitavano le vallate circostanti in epoca neolitica, come dimostrerebbe il ritrovamento di un bronzetto votivo sulla sommità del monte, verificatosi durante i lavori di scavo per la posa della statua della Vergine.
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